Il progetto

Il repertorio storico-linguistico delle onomatopee e degli ideofoni italiani qui presentato è il risultato della mia tesi di Dottorato, diretta dal prof. Paolo D’Achille, presso l’Università Roma Tre.

Il termine ideofono (da ideo- ‘idea, immagine’ e -fono ‘suono’) indica «a member of an open lexical class of marked words depictive of sensory imagery» (Dingemanse 2012: 654; 2019: 16), cioè una classe lessicale aperta, in quanto soggetta a continui incrementi (e decrementi), composta da parole marcate a tutti i livelli di analisi (fonetica, morfologia, sintassi, semantica, pragmatica), che raffigurano immagini sensoriali (non soltanto suoni e rumori, ma anche movimenti, schemi visivi, sensazioni e percezioni relative a tutti e cinque i sensi e altri stati interiori). Lo stesso Dingemanse ha elaborato una gerarchia di valori semantici, così organizzata: suono > movimento > schemi visivi > altre percezioni sensoriali > sentimenti interiori e sensazioni. Alla base di questo sistema vi è la resa dei suoni, in altre parole le onomatopee. Ogni gradino implica l’esistenza di quello precedente: se una lingua ha ideofoni di movimento, possiede anche quelli di suoni, e così via. Stando, dunque, a questa descrizione semantica, si può dire che tutte le onomatopee sono ideofoni, ma non tutti gli ideofoni sono onomatopee.

Si tratta di categorie sostanzialmente estranee alle lingue occidentali, in quanto appartenenti soprattutto a sistemi linguistici orali, come molti idiomi asiatici, africani, amerindi, oceanici. La tradizione linguistica europea, rifacendosi alle lingue classiche, è stata, invece, per secoli orientata prevalentemente verso lo scritto. L’italiano, soprattutto dopo il successo, nel corso del Cinquecento, della norma bembiana, basata sul modello della lingua scritta letteraria propria delle Tre Corone del Trecento toscano (Dante, Petrarca, Boccaccio), ha a lungo marginalizzato queste voci, come si rileva nelle grammatiche e nei dizionari fino almeno alla seconda metà dell’Ottocento, quando il processo di seconda standardizzazione, che coincide con l’affermazione della proposta di Manzoni, ha determinato una maggiore apertura nei confronti dell’oralità (D’Achille 2024). Ciò spiega anche perché molte voci ideofoniche sono documentate prima nei dialetti, varietà essenzialmente orali, e poi (eventualmente) nella lingua nazionale.

Nel contesto italiano un filone di studi sul tema si è sviluppato soltanto in tempi relativamente recenti, a partire dai lavori degli anni 70 e 90 del secolo scorso di Giorgio Raimondo Carona e Alberto M. Mioni (Cardona 1973; Mioni 1990, 1992). Si deve in particolare a Mioni l’analisi degli ideofoni in rapporto al fumetto e al linguaggio giovanile, àmbiti che si sono confermati, nel tempo, molto produttivi.

Riferimenti bibliografici

Cardona 1973 = Giorgio Raimondo Cardona, Linguistica africana e linguistica generale, in «Studi Italiani di Linguistica Teorica e Applicata», II, 3, pp. 361-387.

Dingemanse 2012 = Mark Dingemanse, Advances in the cross-linguistic study of ideophones, in «Language and Linguistics Compass», VI, 10, pp. 654-672.

Dingemanse 2019 = Mark Dingemanse, “Ideophone” as a comparative concept, in Ideophones, mimetics and expressives, eds. by Kimi Akita / Prashant Pardeshi, Amsterdam-Philadelphia, John Benjamins, pp. 13-33.

D’Achille 2024 = Paolo D’Achille, Per una storia dell’italiano standard, tra questioni definitorie e spostamenti della norma, in La lengua italiana en la hispanofonía. Travesías lingüísticas y culturales. / La lingua italiana in ispanofonia. Traiettorie linguistiche e culturali, a cura di Félix San Vicente / Giorgia Esposito / Ilenia Sanna / Natalia Terrón Vinagre, Padova, CLEUB, pp. 31-46.

Mioni 1990 = A.M. Mioni, “Fece splah e, gluglu, affondò”. L’ideofono come parte del discorso, in Parallela 4. Morfologia. Atti del V incontro italo-austriaco della Società di Linguistica, Bergamo, 2-4 ottobre 1989, a cura di Monica Berretta / Piera Molinelli / Ada Valentini, Tübingen, Gunter Narr, pp. 255-267.

Mioni 1992 = Alberto M. Mioni, Uao! Clap, clap! Ideofoni e interiezioni nel mondo dei fumetti, in Il linguaggio giovanile degli anni Novanta. Regole, invenzioni, gioco, a cura di Emanuele Banfi / Alberto A. Sobrero, Roma-Bari, Laterza, pp. 85-96.